Bugnion, come altri studi europei, ha partecipato alla consultazione indetta dalle Commissioni di Ricorso dell’Ufficio Europeo dei Brevetti sulla proposta di emendamento del Regolamento di procedura delle Commissioni che permetterebbe di svolgere le udienze d’appello in videoconferenza.
Vogliamo condividere con i nostri lettori le riflessioni che Chiara Colò, Alessandro Cossu, Silvia Dondi e Lucia Vittorangeli hanno sottoposto nella consultazione. Queste considerazioni gettano luce su alcune questioni critiche legate all’introduzione delle udienze in videoconferenza, come il rispetto del principio del contraddittorio.
Le Commissioni di Ricorso dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (UEB) hanno recentemente indetto una consultazione riguardante una proposta di modifica del Regolamento di procedura che permetterebbe di svolgere in videoconferenza le udienze nella procedura d’appello.
Come già avvenuto in occasione dell’introduzione di questa modalità nelle procedure di esame e opposizione, diverse voci si sono levate, sia tra i mandatari che tra le organizzazioni di categoria (compreso l’epi), contro l’imposizione della videoconferenza per le udienze d’appello senza la possibilità, per le parti, di optare per la partecipazione di persona.
Le Commissioni di Ricorso dell’UEB hanno chiesto ai mandatari europei di esprimersi sulla proposta di emendamento del Regolamento di procedura delle Commissioni (RPBA 2020) mediante l’introduzione di un nuovo articolo 15a, che darebbe ai Board la facoltà di svolgere in videoconferenza le udienze in appello anche senza l’approvazione delle parti.
Nella lettera che potete leggere qui, un team di professionisti Bugnion costituito da Chiara Colò, Alessandro Cossu, Silvia Dondi e Lucia Vittorangeli, mandatari europei di grande esperienza internazionale, ha presentato approfondite osservazioni alla proposta di emendamento del Regolamento di procedura.