Articolo pubblicato in Bugnion News n.12 (Ottobre 2015)
“Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me.”
Quante volte ci è capitato, come a Marcel Proust, che un piatto o un sapore risvegliassero in noi sensazioni e ricordi?…il sapore della torta della nonna, il profumo del pane del forno sotto casa…così buoni e unici, che quasi quasi…bisognerebbe brevettarli! Ma è possibile?
Nulla, in linea di principio, vieta di brevettare una ricetta di cucina a patto che questa soddisfi i “criteri di brevettabilità” al pari di ogni altra invenzione. La ricetta (cioè il metodo) oppure il prodotto (la torta della nonna) devono essere prima di tutto nuovi, cioè in qualche modo diversi dalle ricette e dalle torte della nonna già conosciute.
Inoltre, per essere considerati inventivi, devono rappresentare la soluzione a un problema tecnico. Di norma non sarà sufficiente per la torta della nonna essere buona e leggera o per il pane essere profumatissimo, occorrerà che le caratteristiche che li rendono speciali rappresentino la soluzione ad un problema tecnico.
La torta della nonna potrebbe risultare “leggera” ad esempio perché, grazie alla sua combinazione di elementi, garantisce un minore apporto calorico oppure perché contiene additivi particolari che ne aumentano la digeribilità.
In generale quindi, perché una ricetta gastronomica o un cibo diventino oggetto di brevetto occorre descrivere entrambi attraverso le caratteristiche tecniche che li contraddistinguono e individuare il problema tecnico che è stato risolto.
Facciamo un esempio, il brevetto EP 1778021 è stato concesso con una rivendicazione che recita più o meno: “Un prodotto non-aerato contente ghiaccio comprendente a -18°C, una prima popolazione di particelle a granulometria maggiore di 0,5 mm e una seconda popolazione di particelle congelate aventi una dimensione media delle particelle tale che il rapporto della dimensione media delle particelle della prima popolazione rispetto alla dimensione media delle particelle della seconda popolazione è maggiore di 10 e minore di 100, in cui il rapporto tra il peso della prima popolazione di particelle e il peso della seconda popolazione va da 2:3 a 4:1 e la prima e la seconda popolazione insieme forniscono almeno il 90% in peso delle particelle congelate presenti”.
Occorre effettivamente uno sforzo di fantasia per riconoscere in questa definizione un noto prodotto freddo al gusto di caffè. Tuttavia, lo sforzo è ripagato dal vantaggio competitivo dovuto al diritto di esclusiva ventennale conferito al titolare del brevetto.
…e se un cibo non è brevettabile? Non tutto è perduto, potrebbe essere possibile ad esempio tutelare l’aspetto del prodotto (e del suo packaging) attraverso il design oppure il nome del prodotto attraverso il marchio. Il diritto d’autore inoltre fornirà una protezione dalla riproduzione non autorizzata del testo di una ricetta gastronomica, purché si tratti di una ricetta elaborata e non di una semplice lista di ingredienti.
© BUGNION S.p.A. – Ottobre 2015