Freddo, vento, gelo. E la moto che prende polvere in garage, in attesa di tornare a correre con la bella stagione.
Un problema comune per molti biker quando l’inverno si fa sentire.
E se esistesse una super tuta in grado di donare ai motociclisti il superpotere di resistere senza battere ciglio anche alle temperature più basse?
Per gli inesauribili delle due ruote “senza se e senza ma”, ecco una soluzione che si annuncia come “definitiva” e che arriva direttamente dalla Indian Motorcycles International, la società nata dalle ceneri della vecchia Indian, nota ai più come “la casa motociclistica più antica d’America”.
L’invenzione in oggetto è quella di una tuta auto-riscaldante, che produce calore dall’interno creando un vero e proprio microclima “separato” per il pilota.
Per diventare un “super motociclista”, quindi, non ci sarà bisogno di farsi mordere da un ragno radioattivo, o di esporsi direttamente ai raggi gamma, come accade con i supereroi dei fumetti: la nuova domanda di brevetto depositata allo USPTO dalla Indian, infatti, promette di superare anche le più fantasiose tecnologie sviluppate da Tony Stark e dalla sua Stark Industries nelle avventure firmate “Marvel”.
Come difendersi dal freddo quando si va in moto: la situazione
È vero: gli esperti delle due ruote sapranno benissimo che tecnologie simili sono già presenti sul mercato, a partire da sedili e manopole riscaldati. Ma è pur vero che per combattere il freddo l’abbigliamento da moto è concepito proprio per essere il più possibile isolante, dunque i vantaggi di un riscaldamento “esterno” alla tuta si riducono enormemente.
A ben guardare, nemmeno gli indumenti riscaldati rappresentano di per loro un’idea super innovativa, ma quelli già esistenti per funzionare necessitano di una connessione via cavo alla moto, o almeno di una batteria: in questo modo, si va ad aggiungere un ulteriore ingombro o del peso extra per il pilota, per non parlare del rischio che la carica termini proprio “sul più bello”.
Il brevetto di Indian Motorcycles, allora, parte proprio da qui ma si promette di andare molto oltre, sviluppando una tecnologia wireless in grado di effettuare un trasferimento di potenza induttivo per elevare il comfort del biker a un nuovo livello.
Come? Impiantando delle bobine induttive in aree chiave della motocicletta, da dove sia possibile trasferire facilmente energia elettrica agli indumenti tramite appositi “sensori” posizionati sui vestiti (Figura 1).
Figura 1 I disegni della tuta e del sensore sulla manopola del gas inseriti nella domanda di Brevetto di Indian Motorcycles
La tuta auto-riscaldante: come funziona
La domanda di Brevetto depositata da Indian Motorcycles combina la tecnologia riscaldante che coinvolge il sedile o il manubrio aggiungendo altri possibili punti di contatto tra moto e biker, come lo schienale e le pedane: attraverso questi “hotspot”, per così dire, l’energia viene trasferita direttamente alla tuta utilizzando bobine induttive capaci di trasferire l’energia elettrica alle resistenze che si trovano all’interno dei capi di abbigliamento, producendo così una sensazione di calore direttamente sulla pelle.
Per gestire al meglio questo calore, come per un qualsiasi impianto di condizionamento, i controlli vengono posizionati direttamente sulla moto.
La tuta diventa “intelligente”
Ma non finisce qui. Dal progetto Indian infatti si evince che, attraverso i sensori montati sulla moto, sia possibile tenere costantemente monitorata non solo la temperatura “interna” alla tuta ma anche molti altri parametri come l’umidità dell’aria, la velocità del vento e anche la frequenza cardiaca del pilota, così da poter impostare una specie di “climatizzazione automatica” volta a fornire sempre il giusto apporto di calore (o di frescura) al guidatore in funzione delle reali condizioni climatiche e fisiche.
Il caricabatterie wireless per moto
Inoltre, questa domanda di Brevetto mostra che la moto può essere in grado di utilizzare una ricarica induttiva: basta infatti posizionare un apposito ricevitore all’estremità del cavalletto laterale per ricaricare la batteria della moto senza cavo, utilizzando un semplice tappetino di ricarica (sul modello di quelli che si vedono da tempo ormai per tutti i tipi di smartphone) collegato a una presa direttamente nel proprio garage (Figura 2).
Un’altra idea potenzialmente molto interessante, che potrà trovare sempre più mercato nel prossimo futuro con l’arrivo delle moto elettriche.