Abbiamo lasciato Meghan Markle alle prese con il rilancio della sua immagine. Tra le varie iniziative c’è la presentazione di quello che viene definito da tutti come il suo brand di lifestyle: “AMERICAN RIVIERA ORCHARD”.

La Duchessa del Sussex, occorre ammetterlo, ha tentato di fare le cose in regola. Invero, ella ha posto in essere alcuni significativi atti prodromici all’avvio di un’attività imprenditoriale che hanno creato suspense ed aspettativa: due ingredienti fondamentali per assicurarsi un incremento delle vendite dei propri prodotti già al momento del loro lancio sul mercato.

E lo ha fatto creando un sito web probabilmente destinato all’e-commerce, https://americanriviera.com, nonché l’omonimo profilo Instagram https://www.instagram.com/AmericanRivieraOrchard/ , entrambi ancora spogli di contenuti.

Ha poi inviato a varie celebrities un vasetto di marmellata di fragole in vetro, confezionata alla vecchia maniera, in limited edition, naturalmente corredato dal marchio in questione.

Inoltre, attraverso la società di cui è fondatrice, Mama Knows Best LLC, lo scorso marzo, la Duchessa del Sussex ha presentato domanda all’USPTO per la registrazione di tre marchi contenenti la dicitura “American Riviera Orchard”: due denominativi ed uno figurativo. Quest’ultimo è caratterizzato da uno stemma dalle finiture eleganti che racchiude l’acronimo “ARO” a sovrastare la dicitura “American Riviera Orchard” in calligrafia altrettanto raffinata ed, in posizione ancora subordinata, la scritta “Montecito”, luogo di residenza di Meghan Markle e della sua famiglia.

I prodotti ed i servizi interessati da dette domande sono tra i più disparati. A titolo esemplificativo, esse includono: attrezzature per lo yoga, biancheria per la casa, articoli di cancelleria, vari prodotti alimentari (inclusi quelli per gli animali e, naturalmente, le marmellate e le confetture), libri ei servizi di vendita al dettaglio di alimenti.

Tutto scorre con regolarità quando, ad un tratto, Meghan Markle tira i dadi e deve pescare la carta “imprevisti”.

L’imprevisto in questione è caduto come un fulmine durante la fase di esame da parte dell’Ufficio marchi statunitense, il quale ha emesso due rifiuti parziali alle due domande di registrazione concernenti il segno “American Riviera Orchard” in versione denominativa.

In particolare, l’Esaminatore ha rifiutato di registrare uno dei marchi denominativi perché ritenuto descrittivo con riferimento ai prodotti inclusi nella classe 29: burro al miele; frutta e verdura essiccate; kit di oli, grassi, conserve, creme e burri commestibili; kit di ingredienti per la preparazione di prodotti da forno.

Preliminarmente, l’Esaminatore, in particolare, ha chiarito che i soprannomi comunemente usati per le località geografiche sono considerati equivalenti al nome geografico del luogo identificato. In particolare, “American Riviera” è una denominazione utilizzata con riferimento a Santa Barbara, nota località californiana dove risiede la stessa Richiedente.

La parola “orchard”, poi, indica il frutteto e, pertanto, è da considerarsi anch’essa una dicitura generica o altamente descrittiva del luogo di origine dei prodotti interessati. Di conseguenza, essa non riduce la mancanza di distintività della denominazione “American Riviera”.

In definitiva, l’Esaminatore ha ritenuto probabile che il pubblico acquirente sia indotto a ritenere i prodotti originari del luogo geografico identificato dal marchio, poiché dalle prove allegate risulterebbe che il fondatore della società Richiedente, Meghan Markle, risiede nel luogo geografico identificato nel marchio stesso.

Sulla base degli stessi motivi sopra indicati, anche il secondo marchio denominativo è stato soggetto ad un rifiuto provvisorio, ancora una volta perché ritenuto descrittivo con riferimento ai prodotti della classe 29 (Gelatine, marmellate, confetture; composte di frutta; oli e grassi alimentari e composte; creme da spalmare a base di verdure; creme da spalmare a base di legumi; creme da spalmare a base di noci; creme da spalmare a base di aglio; creme da spalmare a base di sesamo; creme da spalmare a base di latte; burri di noci; burri di frutta.) ed ai servizi della classe 35 ( Servizi di vendita al dettaglio di alimenti, libri, articoli per la tavola e per il tablescape, biancheria per la tavola e articoli di servizio; servizi di vendita al dettaglio online di alimenti e bevande, libri, articoli per la tavola e per il tablescape, biancheria per la tavola e articoli di servizio).

Il marchio figurativo, invece, ha ricevuto dei meri rilievi da parte dell’Esaminatore, con cui, tra le altre cose, chiede al Richiedente di escludere le parole “AMERICAN RIVIERA” per tutte le classi internazionali incluse e la dicitura “ORCHARD” per le classi 29 e 35, poiché esse sono considerate, rispettivamente, descrittive di un territorio e descrittiva del tipo di prodotti/servizi interessati dal marchio.

A tal proposito, si ricorda che la normativa statunitense non consente di proteggere come marchi termini o segni geografici che risultano essere “descrittivi” in relazione ai prodotti/servizi interessati. Segni di questo tipo non possono essere protetti come marchio, perché è necessario che rimangano a disposizione di tutte le aziende che operano nell’area corrispondente, le quali potranno così utilizzarli per informare i clienti della provenienza dei propri prodotti/servizi.

Ciò posto, non si contano le testate giornalistiche, soprattutto straniere, che hanno decretato l’ennesimo fallimento di Meghan Markle.

In realtà, si evidenzia che la decisione dell’USPTO è una “Non-final Action”. In altri termini, si tratta di un rifiuto di accogliere la domanda di registrazione meramente provvisorio ed impugnabile. La Richiedente ha infatti tre mesi di tempo per presentare osservazioni e prove volte ad eccepire la fondatezza delle argomentazioni dell’Esaminatore.

In secondo luogo, il rifiuto di registrazione si riferisce soltanto ai prodotti inclusi nella classe 29, e/o ai servizi della classe 35, ma non impedisce la registrazione del marchio “American Riviera Orchard” per le altre classi internazionali, rispetto alle quali esso non è stato trovato carente di distintività.

Pertanto, Meghan Markle potrebbe sempre attuare un piano B ed abbandonare l’idea di utilizzare il marchio “American Riviera Orchard” per le marmellate, concentrando il proprio business su un altro tipo di prodotti.