Autore: Simone Milli

Articolo pubblicato in Bugnion News n.27 (Marzo 2018)

Stiamo assistendo ad un fenomeno nuovo, senza precedenti e rivoluzionario, che crea un bridge diretto fra la nuova costituenda impresa e gli investitori, senza alcun intermediario, per lo sviluppo di nuove imprese IT based.  Stiamo parlando delle ICOs (initial coin offering), ossia di quel meccanismo che vede coinvolte imprese IT – generalmente “blockchain based” – che emettono un “token”, o una “criptomoneta”, utilizzata nel loro business e che offrono i TOKENs agli investitori.

Un “Token” non è altro che un “gettone informatico” che in qualche modo è generalmente collegato al business dell’impresa ovvero viene impiegato attivamente nel business con un preciso scopo tecnico funzionale.

I TOKEN sono pertanto “gettoni digitali” detenibili in forma elettronica in appositi wallet informatici e la cui cessione fra proprietari è al contempo registrata ed autorizzata da un sistema informatico blockchain based (i.e. un sistema pubblicamente verificabile e garantito da algoritmi di crittografia o di “consenso” della maggioranza) al fine di garantire la certezza della proprietà nei confronti dei terzi.
Nelle ICOs i Tokens vengono inizialmente offerti in una fase di pre-vendita agli investitori potenzialmente interessati a prezzi con incentivi finalizzati all’acquisto (viene normalmente riconosciuto un bonus per gli “early investor”). Poi, successivamente, i TOKENs entrano nel mercato e sono oggetto di compravendita fra investitori.
Se l’impresa ha successo, il TOKEN entra poi nell’olimpo degli EXCHANGE ed è accessibile ad una platea più vasta di investitori che possono scambiarlo nel libero mercato.
Un esempio di start up di successo può essere sicuramente il progetto ETHEREUM (ETC ed ETH) finalizzato a rendere disponibile una tecnologia BLOCKCHAIN based per implementare la creazione in essa di token del tipo ERC20 ovvero il lancio di ICOs (e non solamente, in quanto la piattaforma è nata soprattutto per garantire l’esecuzione di “smart contract”).
Ovviamente, se è vero che per il momento la piattaforma ETHEREUM è la madre della maggior parte dei TOKENs in circolazione, esistono anche altre piattaforme BLOCKCHAIN based su cui è possibile lanciare delle ICOs ovvero creare dei TOKEN vendibili ai potenziali investitori interessati.
La seguente tabella mostra un esempio della distribuzione dei TOKENs fra le differenti piattaforme di BLOCKCHAIN.


Source: Coinmarketcap.com, February 2, 2018
E’ davvero sorprendente la quantità di capitali raccolti (a volte in poche ore) da queste start-up, attraverso l’emissione di TOKENs.
Alcuni esempi recenti (con relative capitalizzazioni raccolte) di start-up basate su modello ICOs che possono essere citati sono i seguenti:

In sintesi, il sistema delle ICOs permette ad una startup di accedere ad una forma di capitale senza alcuna intermediazione, entrando direttamente in contatto con gli investitori finali che comprano il TOKEN.
E il finanziamento per l’impresa può essere davvero a lungo termine. L’impresa infatti generalmente non vende inizialmente tutti i TOKENs ma ne mantiene una certa percentuale nel proprio portafoglio, per rivenderli e finanziarsi successivamente. Va da se che se il progetto “decolla”, il TOKEN acquista valore e l’impresa può in questo modo rivendere i propri TOKEN conservati ad un valore più elevato finanziandosi con pronta liquidità nel tempo.
Nel settore dell’Intellectual Property, attraverso il meccanismo dell’ICOs, è stata ad esempio creata PO.ET, una piattaforma blockchain based per registrare nella BLOCKCHAIN un contenuto creativo digitale realizzato da un autore (provandone la datazione e la paternità), e che consente fra l’altro di automatizzare tutti gli step della licenza, ivi compreso il pagamento.
Come potrete ben comprendere, l’era delle ICOs è appena iniziata ed i progetti che utilizzeranno questa modalità di sviluppo saranno sempre di più.
Va da sé che l’occhio attento del legislatore dovrà in futuro garantire e creare i necessari meccanismi legislativi per garantire la corretta qualità delle start –up lanciate attraverso il meccanismo delle ICO ed evitare soprattutto frodi per gli investitori.
E’ infatti notizia recente che la Svizzera (attraverso la Swiss Financial Market Supervisory Authority) è il primo paese europeo ad aver varato linee guida per l’emissione delle ICOs.
E non sarà solo il legislatore che garantirà la corretta qualità delle start –up lanciate attraverso il meccanismo delle ICOs per evitare frodi per gli investitori: perché se l’era delle ICOs è appena iniziata, l’era tecnologica della DAICOs deve sicuramente ancora iniziare.
Ma se già l’idea delle ICOs sembra così rivoluzionaria, vi chiederete adesso che cosa sia una DAICOs.
Una DAICOs non è altro che una ICOs in cui però gli investitori hanno più potere decisionale, e soprattutto hanno il potere di ritirare i fondi versati all’azienda nel caso di utilizzo improprio dei fondi da parte della start – up. L’idea recente delle DAICOs è di Vitalik Buterin, fondatore del celebre “The DAO”, e mira a superare il modello delle ICOs in cui l’investitore non è direttamente coinvolto nelle decisioni. Vitalik Buterin ha riformulato l’idea delle ICOs sulla base di “The DAO”  ovvero su un modello di organizzazione autonoma decentralizzata.

Va da se che il cuore di una DAICOs non poteva non essere uno smart contract, che garantisce attraverso la blockchain di base le necessarie funzionalità di votazione, ritiro dei fondi e conferimento dei fondi ai progetti in sviluppo da parte dei detentori dei TOKENs. Il tutto per decisione “digitale” diretta dei detentori dei “Tokens”.
DAICOs come un modello evoluto di investimento e di potere di decisione “digitale”?
Probabilmente sì, sarà sicuramente interessante assistere all’implementazione di questo modello tecnologico di gestione di imprese. Stay tuned!

© BUGNION S.p.A. – Marzo 2018