La manifestazione del partito di Giorgia Meloni, Atreju, nasce nel 1998 a Roma, inizialmente come festa ufficiale dell’organizzazione giovanile Azione Giovani (sezione giovanile di Alleanza Nazionale), dal 2009 come festa di Giovane Italia (sezione giovanile del PdL) e dal 2014 organizzata da Gioventù Nazionale (sezione giovanile di FdI). Da tempo è diventata una manifestazione che coinvolge diversi esponenti politici, di tutti gli orientamenti; è un momento di confronto e scambio di opinioni tra i diversi partiti italiani e non solo, su temi politici culturali ed anche artistici. Basti pensare che, solo quest’anno ad esempio, fra i tanti, interverranno Enrico Letta, Giuseppe Conte e Fausto Bertinotti.

La polemica che ogni anno ricorre, ma che quest’anno assume un carattere decisamente più aspro, probabilmente a causa anche dell’influenza che riveste oggi in Europa la stessa Premier, è legata all’utilizzo del nome Atreju, noto protagonista del romanzo “La storia infinita” di Michael Ende. L’intento degli organizzatori è stato, fin da subito, proprio quello di richiamare tale personaggio e la sua volontà di lottare contro il nulla che avanza, inteso dal punto di vista filosofico e morale.

Tuttavia c’è chi afferma che Michael Ende, deceduto tre anni prima dell’avvio della manifestazione, non avrebbe avuto affatto piacere che il proprio personaggio venisse associato a tale kermesse. Roman Hocke, amico e agente letterario dello scrittore, lo ha dichiarato apertamente in un’intervista ad Huffpost: “il riferimento al personaggio non è stato mai autorizzato né dall’autore né dagli eredi che ne hanno espressamente vietato l’uso per fini politici”; in particolare, nel caso in questione, l’impiego sarebbe infatti in contrasto con i valori di apertura e inclusione così cari all’autore.

Tuttavia, d’altro lato, c’è anche chi sostiene che è inconcepibile associare Atreju a valori divisivi, in quanto da sempre la manifestazione si premura di dare voce tanto a esponenti di destra quanto ad esponenti di sinistra.

Ma Hocke questa volta non demorde: ritiene infatti che l’utilizzo del nome Atreju sia tutt’altro che un omaggio all’opera ed al suo autore; piuttosto, afferma egli stesso, potrebbe trattarsi addirittura di appropriazione indebita.

La questione è indubbiamente complessa e di difficile soluzione, essendo coinvolte ben tre legislazioni in materia di diritto d’autore: l’italiana, la tedesca e quella dell’Unione Europea. Chiaro che il diritto d’autore possa tutelare l’opera nel suo complesso, ma è molto più complesso offrire tutela solamente al nome di un personaggio, come appunto quello di Atreju.

Resta comunque verosimile il rischio che tale polemica, ogni anno, si riproponga rimanendo, coerentemente, una “Neverending story”.

Grazie per il contributo al nostro Polo Diritto d’Autore: Silvia Grazioli, Giovanna Scolamiero, Anna Surace, Rossella Ferrari, Francesco Venturoli.