Nell’attuale contesto economico e sociale, le aziende – non solo quelle di piccole dimensioni – si trovano ad affrontare criticità sempre più impegnative. L’incertezza dei mercati, la crescente pressione competitiva e i mutamenti nelle preferenze dei consumatori rendono difficile mantenere margini di profitto adeguati. Questi ostacoli sono aggravati dall’aumento dei costi operativi e dalla difficoltà ad accedere a risorse finanziarie sufficienti.

Fusione tra aziende: pro e contro

In un simile scenario, le imprese devono considerare soluzioni strategiche per assicurarsi una continuità. Tra queste, una delle opzioni più efficaci è la fusione tra più aziende.

Le fusioni consentono alle piccole imprese di superare le difficoltà economiche e offrono alle grandi l’opportunità di espandersi più rapidamente e di aumentare le quote di mercato. Unire risorse e competenze consente, sia alle piccole che alle grandi, di ridurre i costi, migliorando la competitività e liberando risorse da reinvestire in nuovi progetti di innovazione, nell’espansione in nuovi mercati o nello sviluppo di nuovi prodotti.

A fronte di questi vantaggi, è innegabile che un’ipotesi di fusione comporti anche la necessità di affrontare sfide complesse, da gestire in maniera strutturata ed accorta.

Tra queste, una delle sfide più rilevanti è la corretta gestione dei diritti di proprietà intellettuale, asset intangibili di fondamentale valore, ed in particolare dei marchi.

I marchi, in quanto segni distintivi, garantiscono riconoscibilità sul mercato e protezione contro la contraffazione mentre i brevetti rafforzano la competitività, conferendo diritti esclusivi su processi innovativi. Oltre a marchi e brevetti, tutti i diritti di proprietà intellettuale in senso lato possono essere monetizzati attraverso licenze o accordi, accrescendo il valore complessivo di un’azienda.

Quanto vale la Proprietà Intellettuale in una fusione aziendale?

Nel contesto di una fusione (o di qualunque altra operazione societaria), un ampio portafoglio di diritti di proprietà intellettuale può rappresentare un importante strumento negoziale a condizione, tuttavia, che esso sia in ordine.

Prima di avviare un’operazione di fusione, è essenziale verificare la validità e la disponibilità dei diritti coinvolti tenendo conto anche della possibilità di accordi pregressi che potrebbero limitarne l’azionabilità o la fruibilità. È opportuno valutare attentamente la copertura merceologica e territoriale in tutti i settori e Paesi strategici per i progetti di espansione futura. È utile, infine, prevedere e pianificare con attenzione l’armonizzazione dei vari diritti che confluiranno nel nuovo assetto giuridico.

Come comunicare una fusione aziendale

Con la fusione, i diritti che prima appartenevano a singole entità – e rappresentavano l’identità e il valore di ciascuna – si consolidano in un unico portafoglio. Questa integrazione offre l’opportunità di riorganizzare e ottimizzare ciascun asset per costruire una nuova immagine aziendale che potrà risultare migliorata ma che dovrà mostrare una certa coerenza per essere convincente sul mercato.

Non si tratta solo di armonizzare strategie di branding diverse ma anche di comunicare ai consumatori un messaggio chiaro e trasparente riguardo ai cambiamenti avvenuti, trasmettendo i valori della nuova identità aziendale in continuità con quelli precedenti nell’ottica di rafforzare la fiducia.

Un’efficace comunicazione interna che faciliti l’integrazione tra parti in precedenza autonome è un primo e fondamentale passo da intraprendere. Quanto più le strategie saranno chiare e ben condivise internamente, tanto più semplice sarà trasmettere coerenza e stabilità verso l’esterno.

Infine, le variazioni nella titolarità dei diritti di proprietà intellettuale – attraverso l’operazione di trascrizione – devono essere comunicate agli Uffici che hanno rilasciato i vari titoli.

L’importanza di affidarsi a un professionista della Proprietà Intellettuale

La trascrizione, pur essendo relativamente semplice dal punto di vista procedurale, richiede accurate verifiche preliminari che, se trascurate, possono rallentare o addirittura compromettere l’intera operazione.

È fondamentale, pertanto, accertarsi che tutta la documentazione relativa al trasferimento dei diritti sia in regola; che non vi siano discrepanze tra la denominazione sociale delle varie entità (e i rispettivi indirizzi) e quanto riportato nei documenti ufficiali; che, per ciascun diritto, eventuali operazioni societarie precedenti siano state regolarmente trascritte; in caso di operazioni societarie diverse dalla fusione, è necessario accertarsi che tutti i diritti di interesse siano coinvolti nel passaggio di titolarità e che siano citati correttamente nei documenti; accorgimenti particolari vanno presi in caso di diritti in Paesi esteri, ecc.

In questo contesto, fin dalle prime valutazioni, e per tutto il processo, è fondamentale coinvolgere professionisti esperti in materia, in grado di offrire supporto in ciascuna fase: dalle ricerche preliminari, con verifica dei diritti, alla definizione di una strategia per la gestione del nuovo portafoglio, fino all’eventuale formazione interna presso le aziende in materia di proprietà intellettuale.

La gestione di portafogli di proprietà intellettuale ampi e complessi richiede attenzione e competenze specifiche.

Conclusioni

Una fusione aziendale rappresenta un’opportunità di crescita ma, per coglierne i benefici, bisogna affrontare con attenzione tutte le sfide connesse. Un approccio strategico e ben pianificato nella valorizzazione degli asset di proprietà intellettuale non solo facilita l’integrazione delle aziende coinvolte ma può anche trasformarsi in un potente motore di innovazione e crescita nel lungo periodo.