Autore: Elena Rossetti
Articolo pubblicato in Bugnion News n.35 (Luglio 2019)
Secondo la Commissione Europea, le piccole e medie imprese (SMEs) costituiscono il 99% delle imprese dell’Unione e realizzano il 57% del prodotto interno lordo dell’Unione. Una ridotta frazione di queste SMEs contribuisce in maniera sostanziale alla crescita economica e allo sviluppo di nuovi posti di lavoro nel territorio dell’Unione. Sono le cosiddette HGFs (High-Growth Firms), ovvero le piccole e medie imprese europee che hanno un tasso di crescita particolarmente elevato (maggiore del 20% annuo).
Nel 2016 erano presenti in Europa 179 060 piccole e medie imprese HGFs con un tasso di crescita medio annuo maggiore del 10% per tre anni consecutivi. Si tratta di aziende appartenenti ai più diversi settori industriali, da quelli a maggiore contenuto tecnologico, come il settore aerospaziale, farmaceutico e biotecnologico, passando per settori più tradizionali come il settore tessile e alimentare. Le HGFs sono start-up ma anche aziende con una lunga storia alle spalle. Circa due terzi di queste HGFs sono localizzate in sei paesi dell’Unione: Germania, Regno Unito, Spagna, Francia, Italia e Polonia.
E’ del tutto evidente che le piccole e medie imprese HGFs sono soggetti estremamente interessanti per i potenziali investitori e rappresentano un target privilegiato per le politiche di sviluppo economico dell’Unione. Il loro successo è strettamente correlato a, e nella maggior parte dei casi la diretta conseguenza degli, investimenti in ricerca e sviluppo, della tutela dei risultati della ricerca e di piani di sviluppo internazionale, anche fuori dai confini dell’Unione.
Sul piano della tutela della proprietà industriale, i dati evidenziano come le piccole e medie imprese europee facciano scarso uso di titoli registrati di proprietà industriale (ovvero brevetti, marchi e design): infatti solamente il 9% delle SMEs sono proprietarie di titoli di proprietà industriale registrati, contro il 40% delle grandi imprese (EUIPO, 2015).
Ma è possibile correlare l’utilizzo di titoli registrati di proprietà industriale alla probabilità di crescita economica di una piccola o media impresa? Ed in caso affermativo, quali strategie di tutela della proprietà industriale possono essere utilizzate come indicatori del potenziale di sviluppo di una piccola o media impresa?
A queste domande hanno dato risposta l’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) e l’EUIPO (l’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale) in uno studio statistico congiunto pubblicato a Maggio di quest’anno (High-growth Firms and Intellectual Property Rights, https://www.epo.org/service-support/publications.html?pubid=192#tab3).
Lo studio ha come focus le piccole e medie imprese europee, e correla i dati relativi alle registrazioni di titoli di proprietà industriale (brevetti, design e marchi) nazionali, comunitari o europei effettuate in tre anni consecutivi con il tasso di crescita economica delle stesse aziende nei tre anni successivi. Sono stati correlati i dati relativi ai titoli registrati a partire dal 2000 con i bilanci a partire dal 2002 e fino al 2010.
Nel periodo analizzato, il 18% delle piccole e medie imprese hanno registrato/depositato almeno un brevetto, marchio o design, o una combinazione di questi. Al primo posto tra i titoli preferiti dalle piccole e medie imprese ci sono i marchi, depositati da circa il 14% delle SMEs, seguiti ad una certa distanza da brevetti (4,6%). Il fanalino di coda è rappresentato dal design, registrati solamente dal 2,6% delle aziende analizzate.
Lo scopo principale dell’analisi era determinare se il deposito di titoli di proprietà industriale nei tre anni di riferimento poteva essere utilizzato come indicatore per prevedere la probabilità di crescita di una piccola o media impresa nei tre anni successivi.
Lo studio ha evidenziato come le piccole e medie imprese che hanno depositato almeno un titolo di proprietà industriale nei tre anni precedenti abbiano una probabilità maggiore del 21% di andare incontro ad un periodo di crescita economica nei successivi tre anni, rispetto ad aziende di pari dimensioni che non hanno tutelato i risultati della ricerca, e una probabilità maggiore del 10% di diventare HGFs.
In media, le HGFs rappresentano il 6,5% delle piccole e medie imprese studiate, anche se la percentuale è soggetta a variazioni notevoli in funzione principalmente delle condizioni generali del mercato. Le HFGs prediligono i titoli internazionali e le piccole e medie imprese che hanno depositato almeno un brevetto europeo hanno una probabilità maggiore del 34% di diventare HFGs nei tre anni successivi.
Il deposito di almeno un brevetto europeo ha valore predittivo della probabilità di una successiva elevata crescita economica dell’impresa, sia per le aziende operanti in settori ad elevato contenuto tecnologico (farmaceutico, telecomunicazioni, aerospazio) ma anche, e maggiormente!, per le piccole e medie imprese che operano in settori più tradizionali, con mercati di riferimento più maturi, pensiamo ad esempio al settore alimentare o tessile: le SMEs che operano in questi settori vedono infatti aumentare del 172% le loro probabilità di avere un fatturato in crescita nei tre anni successivi al deposito di un brevetto Europeo.
Lo studio evidenzia che l’uso di titoli di proprietà industriale da parte delle piccole e medie imprese può essere utilizzato come indicatore della probabilità che l’impresa sperimenti un periodo di crescita negli anni successivi alla registrazione. Non è ovviamente possibile stabilire un nesso causale tra la registrazione di un titolo di proprietà industriale e il successivo aumento del fatturato.
Tuttavia, la registrazione da parte di un’azienda di uno o più titoli di proprietà industriale, ed in particolare il deposito di domande di brevetto, rappresenta un indicatore positivo della probabilità di crescita economica della piccola e media impresa, indicatore che potenziali investitori e partner industriali possono utilizzare per indirizzare gli investimenti verso le aziende con maggiori potenzialità di sviluppo.
Le piccole e medie imprese che depositano brevetti europei hanno maggiori probabilità di andare incontro a periodi di elevata crescita del fatturato e sono generalmente pronte per portare il proprio business a livello internazionale, risultando maggiormente in grado di attrarre capitale.
Per identificare le piccole e medie imprese che hanno maggiori probabilità di crescita e che possono candidarsi a diventare HGFs non servono quindi specchi magici o sfere di cristallo, ma solo una dettagliata analisi degli IP rights.
© BUGNION S.p.A. – Luglio 2019