Marchi e brevetti, dirmi d’autore e disegni: nel campo della pasticceria e della ristorazione non tutti utilizzano gli strumenti che offre la legge per proteggere le proprie creazioni da usi indebiti. a partire da questo mese vi offriamo una piccola guida per orientarvi nella normativa, cominciando proprio dai marchi
Articolo pubblicato sulla rivista Dolce Salato, gennaio 2016
I marchi distintivi di impresa sono segni distintivi atti a distinguere i prodotti o servizi di un’impresa.
Il marchio deve essere distintivo (e non esclusivamente descrittivo dei prodotti/servizi che è destinato a contraddistinguere o della loro natura, qualità, provenienza), lecito (non contrario alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume, non deve essere ingannevole) e nuovo, ossia non deve essere identico o simile a un marchio già depositato (o usato su tutto il territorio nazionale) per contraddistinguere prodotti/servizi identici o affini). In Italia e in UE la durata della registrazione è di 10 anni, rinnovabile indefinitamente per periodi decennali.
Fondamentale è il ruolo dei marchi come strumento di promozione aziendale e di costruzione di un rapporto fiduciario con i propri clienti, spesso disposti a pagare un prezzo più alto per un prodotto o servizio contrassegnato da un marchio noto e che gode di una buona reputazione.
Poiché il marchio è un bene immateriale che può costituire il principale valore dell’impresa, è importante sceglierlo e costruirlo con cura: esso inoltre è come una pianta e necessita di un’accurata preparazione del terreno (ricerche preventive per valutare la possibilità di usarlo/registrarlo), una semina giusta (deposito tramite consulente abilitato), un successivo controllo antiparassitario (sorveglianze sui registri marchi per intervenire tempestivamente nei confronti di marchi identici o simili depositati da terzi non autorizzati), al fine di ottenere un ottimo raccolto (valorizzazione e sfruttamento economico). Il consulente può essere paragonato all’esperto agronomo che fa sfruttare al meglio i terreni del proprietario. Per contro, non registrando il marchio o registrandolo secondo una procedura errata, si rischia di vanificare il progetto commerciale e gli investimenti consentendo a terzi di immettere sul mercato prodotti “confondibili” in modo ingannevole con i vostri e magari di qualità inferiore.
E’ utile infine ricordare che i marchi registrati possono essere concessi in licenza (diventando fonte di reddito), inseriti in contratti di franchising, o ancora facilitare l’ottenimento di finanziamenti.
© BUGNION S.p.A. – Gennaio 2016