Articolo pubblicato in Bugnion News n.14 (Gennaio 2016)

Che i brevetti vengano pubblicati è cosa nota. “Perché devo raccontare a tutti la mia invenzione?” mi sento spesso chiedere dagli inventori con una nota di rammarico nella voce. La condivisione delle conoscenze tecniche che costituiscono un’invenzione è uno degli elementi fondanti del “patto” tra Stato e richiedente, che si stabilisce quando quest’ultimo deposita una domanda di brevetto: lo Stato concede al richiedente 20 anni di esclusiva per l’attuazione della propria invenzione chiedendo in cambio all’inventore (oltre al pagamento di alcune tasse) di rendere pubblica l’invenzione stessa dopo 18 mesi dalla data di deposito della domanda, favorendo in questo modo la circolazione delle idee e lo sviluppo tecnologico del settore. Disporre del testo delle domande di brevetto depositate permette quindi agli inventori di monitorare come si muove lo stato della tecnica in un determinato settore e quali sono le linee di sviluppo e i filoni di ricerca dei più diretti concorrenti.

Dopo 18 mesi quindi, una nuova invenzione entra a far parte dello stato della tecnica, diventando un punto di riferimento per la brevettabilità di ogni successiva innovazione nel medesimo campo tecnico. Inoltre, la pubblicazione della domanda di brevetto segna anche il momento in cui il brevetto inizia a produrre i suoi effetti: da quel momento in avanti qualunque terzo che attui l’invenzione senza autorizzazione sarà in contraffazione e il titolare della domanda potrà richiedere un risarcimento del danno causato dalle attività illecite.
L’Art. 53 del Codice di Proprietà Industriale prevede, inoltre, che l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi tenga gratuitamente a disposizione del pubblico, perché possano essere consultati, i fascicoli inerenti una domanda di brevetto o un brevetto concesso. Tali fascicoli sono costituiti dal testo della domanda di brevetto depositata e, dal 2008 in avanti, anche dal rapporto di ricerca emesso dall’Ufficio Brevetti Europeo e relativa opinione di brevettabilità, nonché eventuali emendamenti e argomentazioni presentate dal richiedente in risposta all’opinione di brevettabilità. Il testo di un brevetto come concesso, che può differire dal testo depositato, e le informazioni contenute nei fascicoli brevettuali, sono di fondamentale importanza per riscostruire la storia del brevetto e valutarne l’effettiva portata, in relazione alla libertà di attuazione di soluzioni tecnologicamente affini a quelle brevettate.

Che cosa c’è dunque di strano nel fatto che brevetti italiani siano on-line? Fino a qualche tempo fa in Italia la pubblicazione delle domande di brevetto e dei brevetti concessi era solamente “virtuale”, non nel senso che i documenti venivano pubblicati in formato elettronico, ma nel senso che l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi non “pubblicava” i documenti in alcuna forma, questi erano però accessibili al pubblico: chiunque poteva (e può tuttora) richiedere all’Ufficio copia di una domanda di brevetto o di un brevetto concesso (e del relativo fascicolo) recandosi di persona presso l’Ufficio stesso. Una banca dati on-line che contiene unicamente i dati bibliografici relativi a domande di brevetto e brevetti concessi (nome del titolare, numero di deposito, titolo, etc.) rappresentava fino a pochi mesi fa l’unica forma di pubblicazione nel mondo dei brevetti nazionali.

Dal 2 dicembre scorso, e per la prima volta in Italia, l’UIBM ha messo on-line un database dei brevetti nazionali. La novità più rilevante è la pubblicazione dell’intero fascicolo brevettuale, non solo dei dati bibliografici. Attualmente il database contiene una prima collezione documentale di 22.000 brevetti concessi, riferibili a domande italiane depositate dal 1 luglio 2008. La base di dati per ora accessibile è sicuramente piuttosto limitata e il motore di ricerca è altrettanto sicuramente perfettibile, tuttavia il database rappresenta un primo importante passo, in modo particolare se l’Ufficio manterrà l’impegno di incrementare in futuro la quantità di documenti accessibili.

L’UIBM ha cominciato il percorso di avvicinamento agli standard di accessibilità documentale dei maggiori uffici brevetti, quali ad esempio l’Ufficio Brevetti Europeo o l’USPTO, che già da molti anni mettono a disposizione on-line l’intero fascicolo brevettuale relativo alle domande di brevetto europee e americane, fin dalla loro pubblicazione.

Il 2016 potrebbe quindi essere l’anno dell’entrata a pieno titolo nell’era digitale anche per il mondo dei brevetti nazionali…benvenuto nuovo anno e nuovo database!!

© BUGNION S.p.A. – Gennaio 2016