Quanto vale la Proprietà Intellettuale? E in particolare: quando costa registrare un nuovo marchio?
Anche se, forse, la vera domanda da porsi sarebbe: quanto costa non tutelare il proprio marchio (o brevetto)?
Per spiegarlo, vale la pena di prendere ad esempio un caso pratico, che di recente ha scatenato non poche polemiche e discussioni negli USA.
Protagonista di questa vicenda è l’influencer e content creator transgender Jools Lebron, che ad agosto in uno dei suoi video su TikTok ha lanciato un vero e proprio tormentone, capace di “influenzare” immediatamente anche grandi star americane del calibro di Lindsay Lohan, Jennifer Lopez e Jamie Lee Curtis, per non parlare dell’attuale Presidente USA Joe Biden.
“Very Demure, very Mindful”
Ma in cosa consiste, esattamente, questo tormentone coniato dalla creator Jools Lebron?
Si tratta di una semplice frase che, forse anche attraverso l’utilizzo di un termine un po’ desueto (e quindi curioso), è riuscita a catalizzare fin da subito l’attenzione di un pubblico vastissimo, tanto da “sbarcare” anche sui media del vecchio continente.
Lo slogan in questione è “Very demure, very mindful” e richiama una vera e propria filosofia di vita, che si potrebbe tradurre col mantenere un atteggiamento equilibrato e morigerato in ogni aspetto della propria esistenza.
Il termine “curioso” è appunto “demure”, che in un attimo è diventato un trend topic su tutti i social, da TikTok a Instagram fino a X.
L’Oxford English Dictionary ne fa risalire le origini addirittura al Medioevo, intorno all’anno 1100, e attribuisce alla voce demure il significato di “sobrio”, “composto”, “riservato”, anche se molti media italiani in questi giorni lo hanno tradotto con il termine “pudico”.
Come nasce un tormentone sui social network?
A proporre (e a rendere assolutamente virale) lo slogan “Very demure, very mindful” è stata appunto la content creator statunitense Jools Lebron, che in un amen si è ritrovata catapultata dalla sua seggiola dietro la cassa di un supermercato alla poltrona di una business class, volando per tutti gli States a condurre eventi e promuovere il suo credo, dopo aver sfondato quota 2 milioni di follower su TikTok e aver quasi raggiunto i 200mila anche su Instagram.
A guidare e attrarre l’attenzione dei suoi follower, pare essere stato proprio il termine “demure”, in totale contrapposizione con quella spinta alla sregolatezza e agli eccessi che tanto spesso è stata protagonista sui social. Al contrario, Jools Lebron è una creatrice di contenuti che sta impazzando in rete coi suoi video su TikTok in cui spiega come comportarsi in modo “very demure, very mindful” (moderato e consapevole). A partire dal modo in cui ci si presenta al lavoro (“non ci si può presentare ai colloqui di lavoro curati come Marge Simpson e poi andare in ufficio sciatti come Patty o Selma”), al galateo in aeroporto (arrivando al gate “molto presto, molto puntuali, molto solleciti”: very demure, insomma), fino al trucco e ai capelli, che devono essere sempre in ordine ma soprattutto sobri (“Non dimentichiamoci di essere sempre demure, divas!”).
Una scalata al successo vorticosa, che ha portato l’influencer Jools Lebron a collezionare una miriade di visualizzazioni e di “seguaci” in tempo record, considerando che il primo video “demure” risale soltanto ai primi di agosto.
2024, ça va sans dire.
L’importanza della Proprietà Intellettuale
Successo chiama successo, si sa. Così, con il crescere dei suoi follower, la content creator ha cominciato ad attrarre anche l’attenzione dei brand più noti, che non vedevano l’ora di accostare la propria immagine a quel concetto di umiltà ed equilibrio che ben si riassume nel termine demure.
Tanto che la stessa Jools Lebron aveva deciso di trasformare il suo slogan in un vero e proprio Marchio registrato, da poter utilizzare non solo in campo advertising ma anche come slogan per t-shirt, cappellini e gadget vari: perché va bene essere demure, però se esiste un’opportunità di guadagno, non ha senso lasciarsela sfuggire.
E in questo senso, ottenere diritti esclusivi dall’utilizzo di un marchio rappresenta proprio una delle prerogative implicite nella tutela della Proprietà Intellettuale (PI).
Il valore di affidarsi a un professionista della PI
Gestire, e ancor prima riconoscere per tempo, le opportunità correlate a una corretta strategia di Proprietà Intellettuale, però, non è da tutti.
Ecco perché, se non ci si affida subito a un professionista del settore, si rischia di perdere importanti opportunità di guadagno, solo perché qualcun altro, magari, ha agito in modo più rapido, aggressivo e veloce.
È esattamente ciò che è accaduto a Jools Lebron, che a fine agosto si è sentita “scippata” della propria idea, visto che qualcun altro era stato più veloce di lei a richiedere la registrazione dello slogan “Very demure, very mindful” allo USPTO, l’Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti.
Una pratica scorretta ma nota, che di solito viene attuata allo scopo di rivendere poi tale marchio al migliore offerente.
“Soldi facili” insomma. O meglio: “Dumb Money” come si dice oltreoceano, a Wall Street.
Very demure: da TikTok al Tribunale il passo è breve
Ecco perché lo slogan “Very demure, very mindful” potrebbe ora arrivare in tribunale, dopo che il 20 agosto un privato cittadino di nome Jefferson A. Bates, da Washington, ne ha richiesto la registrazione come marchio (principalmente per la classe 35: advertising, marketing and promotional services). Un’azione seguita addirittura, poco dopo, il 23 agosto, dalla società “Do or Drink”, che ha richiesto invece la registrazione come marchio del solo termine “demure” (con priorità sulla classe 28: card games; parlor games; party games; e in classe 33: hard seltzer).
E le richieste di registrazione allo USPTO, intanto, continuano a crescere.
Nel frattempo, alle tante domande dei suoi follower, curiosi di capire come Jools Lebron avrebbe reagito a tale “sgarbo”, l’influencer ha risposto prima con un video (poi rimosso) in cui si mostrava in lacrime, lamentando proprio il fatto di non essere riuscita a registrare il marchio abbastanza velocemente: “mi sento come se avessi perso un’occasione”, le sue parole.
È di questi giorni, invece, la notizia che l’influencer americana si sia finalmente rivolta a uno studio di professionisti, con cui ha depositato, il 29 agosto, anche la propria domanda di registrazione dello slogan “Very demure, very mindful”.
Spetterà allo USPTO, a questo punto, fare tutte le valutazioni del caso, ma di sicuro Jools Lebron non dovrebbe fare troppa fatica a dimostrare la propria “priorità” sull’utilizzo di questa frase.
Conclusioni
Questo caso rappresenta un chiaro esempio di quanta disinformazione regni ancora sul valore della Proprietà Intellettuale, sui suoi tempi di attuazione e sulle possibilità di guadagno che essa comporta.
Resta però una lezione, l’ennesima, per tutti gli internauti e gli influencer: quando ci si accorge che il proprio lavoro sta diventando virale, quello è il momento giusto per preoccuparsi di “blindarlo” investendo nella pianificazione di una attenta strategia di Proprietà Intellettuale, volta non solo a tutelare ma anche a valorizzare il proprio operato, tramite, per esempio, una puntuale domanda di registrazione di un marchio.