Lo scorso 23 aprile, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge per l’introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di Intelligenza Artificiale.
Non si tratta quindi, ancora, di una legge dello Stato ma di una proposta del Governo che sarà portata alle Camere affinché i nostri rappresentanti la possano discutere ed eventualmente modificare, prima della sua approvazione ed entrata in vigore.
Nelle intenzioni del Governo, l’ambito di questa proposta di legge non dovrebbe sovrapporsi a quello del cosiddetto “AI Act”, approvato dal Parlamento Europeo il 13 marzo scorso e di cui abbiamo dato conto nelle nostre precedenti newsletter, approfondendo la complessità del rapporto tra IA e diritto d’autore e i limiti nell’impiego di tecnologie di riconoscimento biometrico.
L’obiettivo dichiarato di questo ddl è principalmente quello di regolare l’utilizzo delle tecnologie basate sull’IA in modo da minimizzarne i rischi per i cittadini, sulla base di una “visione antropocentrica”.
Accanto ad alcune previsioni che prevedibilmente alimenteranno il dibattito settoriale e quello pubblico, come quelle relative all’investimento “fino a” un miliardo di euro complessivi per sostenere le imprese del settore, alla necessità del consenso genitoriale per l’utilizzo di tecnologie di IA per i minori di 14 anni, o all’introduzione nell’ordinamento del delitto di Illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di Intelligenza Artificiale, vi sono anche proposte che interessano direttamente il settore della Proprietà Intellettuale.
In dettaglio, il progetto governativo propone alcune modifiche alla legge del diritto d’autore e a quella che regola i media audiovisivi.
Il Ddl prevede di modificare l’art. 1 della Legge sul diritto d‘autore limitando la tutela alle sole opere dell’ingegno umano, precisando “anche laddove create con l’ausilio di strumenti di Intelligenza Artificiale, purché il contributo umano sia creativo, rilevante e dimostrabile”.
In pratica, non si può rivendicare un “Copyright” per un testo (incluso il listato di un programma informatico), un filmato o una immagine realizzata soltanto da una macchina o con un contributo umano trascurabile, anche se la stessa opera sarebbe stata proteggibile se fosse stata creata da una persona. Su questo punto, l’Italia assumerebbe così un orientamento coerente con quello di altri Paesi occidentali, come gli Stati Uniti, ad esempio.
Se la modifica sarà approvata, ai fini dell’acquisizione di una tutela autoriale per le creazioni dell’IA, diverrà quindi dirimente la prova che vi sia stato anche un contributo umano creativo, rilevante e dimostrabile, ciò che alimenterà prevedibilmente il dibattito tra i giuristi specializzati e, prima o poi, anche nelle aule dei Tribunali.
Inoltre, si è deciso di introdurre un articolo alla Legge sul diritto d’autore che estenderebbe la facoltà di citazione e di libera utilizzazione delle opere protette anche alla “riproduzione ed estrazione di opere o altri materiali attraverso modelli e sistemi di Intelligenza Artificiale anche generativa”.
Oggi, la legge consente già il riassunto, la citazione o la libera riproduzione parziale di un’opera tutelata, nonché la sua pubblicazione, se effettuate a fini di ricerca, critica o discussione, purché tale utilizzazione non si ponga in un contesto di concorrenza commerciale con quello dell’opera stessa. Estendere questa eccezione alla tutela autoriale anche ai modelli generativi, come Chat-GPT, Midjourney, etc… che ormai fanno parte anche della nostra quotidianità, potrebbe rendere complicato sanzionare gli abusi.
Di grande interesse è anche la proposta di modificare il Testo Unico servizi media audiovisivi, in modo da estendere il divieto di utilizzare metodologie e tecniche capaci di manipolare, in maniera non riconoscibile allo spettatore, il contenuto delle informazioni, all’utilizzo anche di sistemi di IA e con l’introduzione dell’obbligo di marcare con la sigla “IA”, i contenuti video che sono stati, anche parzialmente, generati da (o su cui si è intervenuto con) un sistema di Intelligenza Artificiale. Nel caso di contenuti solo audio, sarebbe previsto l’obbligo di segnalazione “attraverso annunci audio ovvero con tecnologie adatte a consentire il riconoscimento”.
Uno degli scopi di questa modifica parrebbe essere quello di arginare gli effetti negativi dei cosiddetti “deep fake”. Verrebbe però escluso dall’obbligo di riportare il “marchio IA” qualsiasi contenuto “manifestamente creativo, satirico, artistico o fittizio”.