Haribo si prepara alla scalata nei settori dell’abbigliamento, accessori ma anche borse e zaini. L’orsetto gommoso più famoso di sempre, creato dall’azienda tedesca nel 1978 e diventato oggi un prodotto iconico, sembra ormai pronto a fare “il salto”, diventando un vero e proprio Marchio distintivo, con la benedizione dell’EUIPO (European Intellectual Property Office).
In chiusura di 2023, infatti, la commissione ricorsi EUIPO (BOA) con decisione R 872/2023-4 ha riconosciuto il carattere distintivo del segno raffigurante l’orsetto gommoso Haribo, annullando la precedente decisione dell’esaminatore che lo aveva ritenuto invece “privo di elementi caratterizzanti”.
Il caso Haribo
Rigo Trading S.A. (Holding Company del Gruppo Haribo) ha cercato di estendere all’UE la propria registrazione internazionale n. 1660878 anche al di fuori del settore dolciario. Il marchio, una sagoma bidimensionale dell’orsetto gommoso, designava in particolare articoli di abbigliamento, specchi, gioielli, forcine per capelli, ombrelli, borse e zaini.
La risposta dell’EUIPO
Una richiesta che non ha trovato il favore dell’esaminatore EUIPO, che al contrario ha rigettato la domanda, sostenendo che il marchio in oggetto fosse privo di quel “carattere distintivo” che rappresenta, invece, il pilastro fondamentale per la registrazione di un Marchio. Secondo l’esaminatore, infatti, la forma stilizzata di un orso (su una t-shirt come su uno zaino) sarebbe stata considerata più che altro come una mera decorazione, pertanto non avrebbe potuto avere la “riconoscibilità” necessaria sul mercato.
La replica di Haribo
La regina delle caramelle ha quindi deciso di impugnare tale decisione di fronte alla commissione ricorsi EUIPO, rivendicando l’unicità del segno raffigurante il profilo dell’orsetto di gomma, ritenuto immediatamente distinguibile dai segni dei competitor.
Ecco perché, secondo Haribo, tale marchio applicato a prodotti quali giacche, borse o altri accessori sarebbe stato sicuramente percepito dal pubblico come un marchio di fabbrica “Haribo”, e non come una “comune” decorazione.
Il verdetto EUIPO
L’EUIPO ha ascoltato e accolto le motivazioni di Haribo, concordando sostanzialmente sul fatto che l’orsetto avesse effettivamente un carattere distintivo.
Il segno in questione, infatti, non potrebbe essere percepito dal consumatore medio come “forma del prodotto”, considerato il fatto che tale marchio non è stato richiesto per il settore dei dolciumi ma per tutt’altri settori merceologici.
Impossibile anche, secondo il nuovo esame EUIPO, che l’orsetto venga recepito dal consumatore come “semplice decorazione”, visto che i suoi tratti risultano facilmente distinguibili e riconoscibili.
Da qui, poche settimane fa, la scelta di EUIPO di fare dietro-front sulla decisione precedente, accettando il ricorso e aprendo così la strada ad Haribo al suo nuovo Marchio.