Sarà che la stagione di Formula Uno 2023 sta andando così-così, con la classifica che non sorride alla scuderia del cavallino né sul fronte costruttori, né su quello dei piloti ma pare che la Ferrari abbia già trovato il modo di “addestrare”, è proprio il caso di dirlo, una nuova generazione di talenti.
La scuderia di Maranello ha infatti brevettato un nuovissimo sistema di assistente di guida in grado di determinare, durante la guida, l’esatto posizionamento e orientamento dell’auto all’interno di una pista, per evidenziare al pilota non solo la traiettoria migliore con cui approcciare una certa curva o un tratto della pista, ma anche come affrontarla al meglio, dosando acceleratore e freni.
L’approccio Ferrari
L’idea di Ferrari è semplice: spesso (per non dire sempre) chi guida una Ferrari non riesce (o non ha modo) di sfruttare tutto il potenziale di un’auto così performante. Molti “Ferraristi” quindi scelgono, prima o poi, di fare delle prove in pista, per godersi appieno tutti i cavalli di quei motori “rampanti”; le regole, in strada e su pista, sono completamente differenti ed è dunque facile che l’approccio a un vero tracciato risulti piuttosto ostico per chi è poco pratico.
Per questo, Ferrari ha creato un vero e proprio assistente di guida virtuale, che consiste in una nuova suite di tecnologie che mira letteralmente a insegnare a chi guida come frenare, accelerare e sterzare per diventare un pilota migliore, giro dopo giro.
Come funziona la nuova tecnologia Ferrari
Si potrebbe forse obiettare che diverse case automobilistiche abbiano già predisposto tecnologie similari, apponendo led, display luminosi o segnali al volante, ma tutti questi elementi hanno in comune un unico fattore: quello di far distogliere lo sguardo del pilota, dalla strada al cruscotto. Una distrazione che può risultare potenzialmente fatale, soprattutto quando si guida ad alte velocità.
L’intuizione della casa di Maranello invece è quella di inserire questi segnali direttamente nel parabrezza, che diventa così anche un vero e proprio “monitor aggiuntivo”. Per permettere la piena integrazione di queste funzioni, serve però l’ausilio anche di alcuni device “esterni”, come un dispositivo di tracciamento (può essere GPS, LIDAR, ARVA o RECCO) e un giroscopio, per rilevare in diretta e in ogni momento l’orientamento spaziale del veicolo sulla pista. Tramite un avanzato sistema di tracciamento, la stessa auto è in grado di segnalare al guidatore la traiettoria ottimale da seguire e il comportamento ideale da tenere in ogni passaggio del circuito, consigliandogli quando e come iniziare a frenare, sterzare o accelerare per sfruttare al massimo i cavalli e la grinta celati sotto il cofano.
Non solo. Anche il volante e il sedile potrebbero diventare ulteriori vettori di queste segnalazioni, attivando una vibrazione per comunicare con il pilota nei momenti di “emergenza”: quando la macchina va in sotto o sovra-sterzo, per esempio, oppure quando si pigia troppo a fondo il pedale del freno, per ricordare al guidatore che è giunta l’ora di aprire il gas.
Infine, il brevetto prevede anche la possibile installazione di un pedale dell’acceleratore resistivo, capace di opporre resistenza nel momento in cui il pilota abusasse dell’accelerazione, trasformando così la Ferrari in un vero e proprio istruttore di guida elettronico e avvicinando l’esperienza di guida a quella di un videogioco.
Il precedente
Questo brevetto, pubblicato a fine marzo 2023 allo USPTO, fa il paio con quello risalente a fine dicembre 2022 e dedicato a monitorare a fondo lo stato psicofisico del guidatore, al fine di migliorare la sua esperienza di guida.
In questo caso, l’auto sarebbe in grado di analizzare tutta la tavolozza di emozioni e sensazioni che pervadono un pilota durante la guida, a partire dai livelli di stress, di ansia, di stanchezza oppure dal suo grado di felicità, sorpresa o paura. La dotazione dell’abitacolo prevede quindi diversi sensori che, collegati ad altri device esterni, permettono di registrare il battito cardiaco del pilota, misurarne l’ECG, l’ossigenazione del sangue, la temperatura del corpo e la respirazione, per citare i principali. Il tutto allo scopo di creare una perfetta sinergia tra auto e guidatore.
Insomma, a breve non ci saranno più scuse per i “piloti” di una Ferrari, che da oggi unisce simulatore e prove pratiche in un’unica sessione in pista.