Chissà che cosa avrebbe fatto Zorro, paladino dei più deboli, se gli avessero detto che proprio la sua “Z” è diventata oggi per molti un simbolo di oppressione, di guerra e di paura. Avrebbe difeso il suo “marchio di fabbrica”? Oppure avrebbe semplicemente cambiato “firma”, per evitare di essere associato agli orrori di un conflitto?
Difficile a dirsi ma, sicuramente, questa seconda via è quella scelta da molte aziende, anche importanti multinazionali, per evitare di essere accusati di “Putinfilia”, se ci viene passato il termine.
Ma forse è meglio partire dall’inizio, per contestualizzare meglio una situazione a dir poco atipica nel mondo della Proprietà Intellettuale.
Da qualche settimana ormai, sui mezzi blindati e sui camion militari russi ha iniziato a comparire una misteriosa lettera “Z”, tracciata con un gesso sul muso e sulle fiancate di carri armati e autocarri.
Ma cosa significa davvero questa Zeta?
Una risposta certa ancora non c’è, anche perché la Z non esiste nell’alfabeto cirillico. Le possibili spiegazioni, tuttavia, sono diverse: una su tutte implica l’abbreviazione dell’augurio “Za pabedu”, uno slogan bellico russo che si potrebbe tradurre con il grido “per la vittoria”. Un’altra riguarda invece una fantasiosa interpretazione del termine “Zapad”, ovvero “Ovest”, che suggerirebbe la più ampia veduta di una campagna di Russia che parte dall’Ucraina ma vuole idealmente estendersi a tutto l’Occidente. Una spiegazione più pratica vede invece la “Z” come un tratto distintivo abbastanza comune tra le forze militari di Putin, allo scopo di aiutare i soldati russi a riconoscersi sul campo di battaglia per ridurre il rischio di incappare nel “fuoco amico”.
Tante idee e molto confuse, insomma, ma resta un fatto che, a partire dal fronte, questa “Z-mania” ha preso sempre più il largo tra i sostenitori della Madre Russia, finendo anche sui muri delle case, sulle giacche dei politici e perfino sulle maglie degli atleti. È il caso di Ivan Kuliak, il ginnasta russo che ha deciso di esporre la Z sulla sua canottiera prima di salire sul terzo gradino del podio di una premiazione in Qatar, proprio di fianco al collega ucraino che, manco a farlo apposta, aveva appena conquistato l’oro.
Non solo: ha fatto molto rumore anche la recente parata in Piazza Rossa del 9 maggio, giornata in cui in Russia si celebra il “Giorno della Vittoria” in memoria della fine della Seconda Guerra Mondiale e della sconfitta della Germania nazista. Durate le prove generali dell’evento, infatti, registrate in un video diffuso anche sui social proprio nel giorno in cui i missili di Putin avrebbero distrutto una scuola ucraina, si vedono diversi bambini sfilare tra i sorrisi di maestre e genitori travestiti da militari, a bordo di mezzi militari russi in cartapesta sui quali, ovviamente, campeggiava la medesima Z maiuscola, già diventata un simbolo della supremazia russa nella propaganda di Putin.
La reazione delle imprese
Senza scomodare per forza un eroe popolare come Zorro, la Z rappresenta una lettera molto usata anche da tante aziende di diversi settori all’interno dei propri loghi o marchi. E, in molti casi, la reazione delle imprese a questa “monopolizzazione” della Z da parte dell’esercito russo non si è fatta attendere.
Uno degli esempi più clamorosi è quello del mondo assicurativo targato Zurich, il cui logo prevede proprio una Z bianca su fondo blu. Qualche settimana fa il gruppo ha infatti annunciato la momentanea modifica del proprio logo tramite un comunicato stampa, in cui la compagnia ha voluto prendere le distanze dall’invasione russa, riservandosi anche, in merito all’utilizzo “improprio” di quella Z, di “valutare eventuali ulteriori azioni da intraprendere se e quando sarà necessario”.
Idem dicasi per l’azienda britannica Ocado, che ha appena rimosso dal proprio sito la Z di Zoom, il suo servizio di spesa veloce online, così come per la nota società produttrice di videogames Activision Blizzard: la compagnia, una delle più note nel settore, ha infatti deciso per un restyling del costume di uno dei personaggi del videogioco Overwatch eliminando la lettera Z dal corpetto del costume invernale di uno dei suoi personaggi: Aleksandra “Zarya” Zaryanova, forzuta eroina, per altro di origine russa, che all’interno del gioco svolge il ruolo del tutto positivo di paladina della pace.
Un augurio affinché presto, anche al di fuori del mondo virtuale, la Russia possa rappresentare per tutti un luogo di difesa dei diritti dell’uomo.