Articolo pubblicato in Bugnion News n.42 (Maggio 2020) – Ascolta la versione Audio
E pensare che fino a qualche mese fa la “mascherina”, usata in ambito pubblico, era un dispositivo sconosciuto alla maggior parte di noi e soprattutto considerata “anti-estetica” specialmente con riferimento al popolo italiano noto per la particolare attenzione al “fashion” e alla moda in generale.
Tuttavia, a causa della sfortunata emergenza sanitaria che stiamo vivendo, oggigiorno l’interesse verso questo “dispositivo” è incrementato molto e, conseguentemente, anche i depositi di brevetti riguardanti “mascherine” stanno aumentando notevolmente in tutto il mondo.
Purtroppo, non possiamo avere dati aggiornati a causa del periodo di segretezza brevettuale dei 18 mesi, ma da una statistica che abbiamo eseguito su circa 7000 brevetti depositati negli ultimi 20 anni relativamente a mascherine di protezione facciale, è possibile notare che il trend era già in crescita da qualche anno (primo grafico sotto riportato).
Probabilmente, tale incremento è dovuto all’aumento dell’inquinamento e, in generale, al peggioramento della qualità dell’aria specialmente nelle grandi città e per le nazioni che hanno conosciuto un grande sviluppo industriale negli ultimi decenni. Stiamo evidentemente parlando della Cina che, come si può vedere dal secondo grafico sotto riportato, risulta infatti essere il Paese maggiormente scelto per la protezione brevettuale.
Tuttavia, la storia “brevettuale” delle mascherine è partita dagli Stati Uniti (trattandosi anche di uno dei primi sistemi per la tutela della proprietà industriale) a partire da mascherine basilari come quella di sotto riportata e risalente al 1866 (US58255). L’oggetto si compone semplicemente di più strati di garza sovrapposti ed era proprio concepito per evitare contagi di malattie delle vie respiratorie.
In seguito, in funzione delle richieste ed esigenze di protezione e filtraggio, le mascherine e l’evoluzione brevettuale relativa alle mascherine si è ampliata molto, lasciando spazio alla fantasia e a soluzioni ingegnose che desideriamo condividere qui di seguito.
Una prima soluzione depositata nel 1903 (US787167) riguarda una mascherina comprendente un dispositivo flessibile di adeguamento alla forma facciale e, in particolare, del naso.
Un’altra soluzione depositata nel 1908 (US925409) è di tipo “minimalista” e prevede una copertura singolare di naso e bocca.
C’è poi chi ha cercato di risolvere il problema della “portabilità” brevettando una mascherina ripiegabile su se stessa (brevetto del 1924 – US1523884).
Si trovano poi soluzioni con “riscaldamento integrato” grazie alla presenza di un circuito di resistenze elettriche per realizzare un afflusso di aria calda (GB579131).
Si giunge anche a soluzioni integrate con gli occhiali per sfruttare lo stesso supporto e per favorire contemporaneamente la protezione degli occhi (US3678929).
Sempre in tema di occhiali, un trovato molto interessante riguarda una mascherina con sistema di “anti-appannamento” (forse potrebbe essere ancora di interesse) grazie ad una striscia di specifiche alette sollevabili realizzate nella parte alta del dispositivo (US3890966) per favorire la ventilazione superiore.
Si arriva ai giorni nostri in cui un modello di utilità tedesco mostra l’uso di uno strato di materiale elettricamente conduttivo integrato all’interno della mascherina per favorire la repulsione di alcune tipologie di polveri o virus (DE202020000993).
Infine, appare abbastanza singolare questo brevetto coreano (KR10-2020-0035377) che mostra una mascherina protettiva inglobante un elemento assorbente di sostanze profumate, ad esempio un’essenza di menta, per chi avesse problemi di alitosi.
Questi sono solamente alcuni degli esempi più particolari che riguardano il settore delle maschere di protezione respiratoria inventate negli ultimi secoli. Molti brevetti sono scaduti, pertanto sono liberamente copiabili, mentre altri sono ancora validi o pendenti.
In ogni caso, crediamo che questo sia un efficace esempio di come non vi siano limiti ad innovare anche in relazione ad un prodotto apparentemente semplice.
Invitiamo quindi gli inventori a dare spazio alla propria creatività augurandoci, così, di giungere ad innovazioni che possano veramente aiutarci a superare momenti difficili come quello che stiamo vivendo.
© BUGNION S.p.A. – Maggio 2020